cenni storici

Come attesta il ritrovamento di una tomba nel 1917, il territorio di Crispiano è stato abitato fin dalla Preistoria. Interessanti reperti ritrovati in contrada Triglio e Cacciagualani risalgono al periodo greco. Durante il Medioevo Crispiano divenne feudo dell'Abbazia di San Vito del Pizzo e poi delle Abbazie di Santa Maria. A partire dal XIV secolo, molti crispianesi abbandonano il Casale per trasferirsi nella neonata Martina Franca. Sorsero le masserie, che resteranno per secoli gli unici centri di vita del territorio. Nel 1794 nasce la Crispiano moderna. Pare che il paese appartenesse a Roma e che, alla spartizione dei latifondi, Crispiano fu assegnata al grande maestro di guerra Crispius, da cui si pensa derivi il nome. La crescita urbanistica divenne vorticosa e fu realizzata la prima abitazione in muratura in zona Difesa, la seconda fu costruita dall'altra parte del Vallone, così che lentamente Crispiano si sviluppò divisa dal Vallone "Lezzitello”. II Comune è autonomo dal 14 novembre 1919 e si è rapidamente organizzato e incrementato passando da una popolazione di poco superiore alle 5.000 unità alle 13.000 attuali. A partire dal XIV sec. l’organizzazione economica di Crispiano trova il suo fulcro nelle masserie. Un elemento caratteristico delle masserie crispianesi è la cappella rurale: esempio della religiosità popolare dei secoli passati. Sul territorio oltre cento antiche strutture agricole ci raccontano la vita di gente semplice e saggia che i Crispianesi hanno saputo rivalutare e farne patrimonio comune. Le masserie visitabili sono: Lupoli con il Museo della Civiltà Contadina, l’Amastuola, Valenza, Le Mesole, Monti del Duca, La Mortella, Le Monache, Pizzica, Casellone, Pilano, Russoli, Medico di Maglie, Acchille, Belmonte, San Domenico di Basso e Carmine.

itinerario turistico

Crispiano vanta un passato molto antico e ricco di avvenimenti. Il primo insediamento infatti risale al IV secolo a.C. Ma è all'anno 1799 che risale la nascita della Crispiano moderna. Poco meno di un secolo dopo, nel 1873, viene eretta la più antica torre del paese: La Torre di Cacace. Sullo spalto orientale del Vallone, nella zona della masseria denominata “Li Castelli”, sorse la Cripta abbaziale di Santa Maria di Crispiano. All’interno sono conservati gli affreschi di Santi Greci, quali Santa Maria di Crispiano, San Nicola, San Michele Arcangelo e il Cristo Pantocratore. La Chiesa Vecchia di Santa Maria presenta una pianta quasi quadrangolare e un altare a semiscodella tipico delle cappelle greche. Le Grotte del Vallone sorgono come insediamenti rupestri per i monaci Basiliani che colonizzarono il territorio crispianese nel sec. XI fuggendo dalle persecuzioni iconoclastiche. Successivamente, con lo sviluppo delle masserie, furono abbandonate. La Chiesa Madonna della Neve (o Chiesa Madre), fu inaugurata l’11 Novembre del 1900 e conferisce il nome all’omonima Piazza. L’interno è a tre navate, con cupola e abside; l’altare maggiore è in marmo bianco di Carrara e vi sono otto altarini, quattro per lato. La facciata superiore è di stile dorico, mentre quella inferiore è di stile ionico. La Chiesa di San Francesco, fu edificata nel 1894 per volontà dei cittadini facenti parte della confraternita dell’Immacolata. Con pianta ottagonale, è composta di un altare maggiore e di sei altarini laterali. La Biblioteca Civica ospita un importante Centro Studi Montaliani. Infine, tra le grotte carsiche di cui è molto ricco il sottosuolo della zona, è la Grotta Stinge, esplorata nel 1984, detta anche “Grotta delle Perle” per i colori tenui e le forme rotondeggianti delle sue concrezioni. Altri insediamenti rupestri sul territorio sono l’Antico Tempio di Triglio, l’Acquedotto costruito dalla fondazione di Roma e la Cripta “Cubiculum Sancti Juliani” (X – XI sec.).

riti e manifestazioni

Il giorno centrale della Festa Patronale è il 5 agosto, solennità della Madonna della neve. La data è quella indicata nel Messale romano come “festa della dedicazione della basilica di Santa Maria maggiore”, il cui titolo latino è Sancta Maria ad nives. Il soffitto della chiesa madre di Crispiano riprende architettonicamente, anche se in maniera più modesta, quello della celebre basilica romana. La pia tradizione vuole che sia stata la stessa Vergine Maria a indicare e ispirare la costruzione di una chiesa a lei dedicata sull’Esquilino. Apparendo in sogno contemporaneamente al pontefice Liberio (papa dal 352 al 366) e al patrizio romano Giovanni, la Madonna chiese la costruzione di un tempio in suo onore, in un luogo che lei stessa avrebbe miracolosamente indicato. E infatti, il mattino del 5 agosto 352 (o, secondo altre fonti, 358) il colle romano dell’Esquilino apparve inspiegabilmente ammantato di neve. Il Papa tracciò il perimetro della nuova chiesa e il nobile Giovanni provvide alla costruzione dell’edificio, ritenuto il tempio mariano più antico dell’Occidente e da sempre una delle più importanti basiliche di Roma. L’arrivo a Crispiano di questo titolo attribuito alla parrocchia si deve a mons. Giuseppe Antonio de Fulgure, arcivescovo di Taranto dal 1818 al 1833, il quale nel 1826 istituiva la prima parrocchia crispianese denominandola appunto “Santa Maria della neve”, quando Crispiano era ancora un villaggio dipendente amministrativamente da Taranto (sarebbe divenuto comune autonomo nel 1919). Da allora il popolo di Crispiano, che già onorava la Madonna col semplice titolo di “Santa Maria di Crispiano” presso la cosiddetta “Chiesa vecchia” risalente al sec. XIV e situata vicino alle grotte del Vallone, si è messo sotto la protezione di Maria. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, la Madonna della neve venne proclamata protettrice di Crispiano (5.8.1945). La statua della Vergine venne solennemente incoronata durante l’Anno mariano 1954 (5.8.1954). La festa richiama ogni anno un gran numero di crispianesi che per vari motivi dimorano lontano dal paese d’origine.

gASTRONOMIA

La lontananza di Crispiano dal mare ha spinto la popolazione verso l’utilizzo dei frutti del lavoro terriero: grano, uva, olive, pane, legumi, vino e pasta rigorosamente preparata “a mano” come i “chiangarèdd” o i “frucidd”. Spesso la tavola era arricchita dall’uso di verdure e frutta fresca di stagione. Un altro prodotto che non mancava mai sulla tavola era il pane. Il pane poteva essere sostituito da legumi come le fave, l’alimento popolare per eccellenza, utilizzato per la preparazione di diverse pietanze come la “ncapriata” accompagnata da altre verdure lesse amalgamate e saltate in un soffritto di cipolle. Più ricchi i piatti della festa: la “tien’”, a base di carne e patate e i “fech’ scchet’”, fichi secchi tostati al forno all’interno mandorle e alloro. Una tipica specialità gastronomica crispianese è il fegatino detto “gnummredde ”, ricavate dalle interiora di agnello (fegato, cuore e polmoni) avvolte in una rete e legate con budella cosparse di sale.

chiesa di san francesco

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chiesa di santa maria

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