cenni storici

Fino al 1974 frazione di Montalbano Jonico, Scanzano Ionico è l’ultimo Comune entrato a far parte della provincia di Matera. L’etimologia del nome, secondo alcuni storici, è da ricercare nella radice “ISCA”, che in dialetto popolare significava terra vicina a corsi d’acqua e “SAINA” voce medievale che significava giuncheto. Secondo altri, la denominazione “TURRIS HISCHINZANAE” deriverebbe dalla torre ancora visibile verso il mare. Di fondazione medievale, ma successivamente divenuto feudo di Pietro da Oledo cui si deve l’edificazione del Palazzo Baronale, noto anche come Palazzaccio, la storia di Scanzano Ionico affonda le radici in tempi antichissimi, quando il suo territorio era frequentato dai Micenei, di cui restano ancora impresse profonde tracce in località Termitito, non molto lontano dal centro del paese. Qui sono stati rinvenuti i resti archeologici di un insediamento risalente al XIII-XI secolo a. C. Qui passarono gli elefanti di Pirro (282 a.C.), bivaccarono le legioni di Roma e le truppe d’Alessandro il “Molosso”, visitarono il luogo Plutarco, Spartaco e Pitagora di Samo (540 a.C.). Fu terra di scorribande e saccheggi ad opera di barbari e saraceni, del brigante Ninco Nanco e del suo collega CROCCO, ma anche di conquiste sociali, di bonifiche e di sviluppo agricolo. Per le sue estese piantagioni di agrumi, tabacco e ortaggi, Scanzano Ionico è definita piccola California del Sud. Le sue ampie spiagge di sabbia dorata, ben attrezzate e organizzate per allietare le vacanze estive, hanno conseguito più volte riconoscimenti ambientali.

itinerario turistico 

Oltre a rilassanti giornate da trascorrere sulle splendide spiagge, non è da escludere l’idea di organizzate una gita culturale alla scoperta del passato e delle altre bellezze di Scanzano Ionico. L’itinerario può iniziare dalla località Termitito: un pianoro di circa un ettaro posto in posizione dominante sul fiume Cavone, dove sono state rinvenute antiche terme romane con testimonianze micenee del XIII –XI secolo a.C.  Rappresenta il primo insediamento dei colonizzatori ellenici in Italia Meridionale. Successivamente ci si può spingere sino al nobile Palazzo Recoleta, una masseria fortificata caratterizzata da un ampio portale, da una torre quadrata e da due torri situate agli angoli della facciata. Bellissimo e ben conservato il Palazzo Andriace dalle linee architettonicamente sobrie e pulite, quasi austere. In esso è racchiusa la chiesa di S. Francesco da Paola. Nei pressi l’alveo del torrente Cavone sulle cui sponde, secondo recenti studi archeologici, si ripararono gli eserciti del re epirota Alessandro il Molosso. Una tappa imperdibile è certamente il delizioso centro storico caratterizzato dalle casette bianche dei coloni della riforma fondiaria, e l’imponente Torre del Faro, primo bastione di avvistamento e protezione di tutto il territorio. Il percorso può trovare la sua meta nel Palazzo Baronale, noto anche come “Palazzaccio”, con annessa cappella. Sorge sul sito dell’antico casale di S. Maria. La Torre e la Chiesa sono sorte insieme all’edificio primitivo (XI sec.). Si tratta di un edificio feudale a pianta quadrata con corte interna e torre merlata. Le case a schiera degli antichi braccianti fanno da cornice al Palazzo che ha rappresentato il centro delle vicende storiche cittadine e che anche oggi, nelle sere d’estate, si anima con numerosi appuntamenti culturali, teatrali, e cinematografici. Di notevole pregio naturalistico sono le dune ricche di macchia mediterranea e le splendide pinete litoranee che impreziosiscono la distesa azzurra del mare.

gastronomia

Da una desolante e malarica palude la piana di Scanzano Jonico si è trasformata, nel giro di pochi decenni, in un’area ricca di coltivazioni d’elevatissimo pregio esportate in tutto il mondo. Le poche redditizie colture estensive del tabacco, del grano e della barbabietola, sono state sostituite da fragole, agrumi, kiwi, albicocche, pesche, uva, susine e primizie orticole. Decine di piccole aziende agricole a conduzione familiare si sono unite in cooperative, svelando un inedito spirito consociativo. L’”illuminata” gestione della risorsa idrica, ha contribuito alla crescita del settore agricolo, accanto alla pastorizia che con moderne stalle, consolidano l’apprezzata tradizione lattiero - casearia. Alcune aziende locali hanno l’orgoglio ed il prestigio di seguire il ciclo lavorativo dell’olivo dalla pianta all’imbottigliamento di un pregiato prodotto finito. Ricca e la cucina locale che predilige il pesce e le verdure come ingredienti principali per la preparazione di piati invitanti e variegati. Da non perdere lo “scapice”, piatto a base di alici marinate nell’aceto e il piatto d’erbe, con tutte le verdure di stagione. Per gli amanti dei sapori più decisi viene proposto anche il “Baccalà alla lucana” con i gustosi e croccanti peperoni “cruschi” . Rinomati sono i vini, tra i quali il Bianco Malvasia e il Moscato.

zona mare (portogreco)

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